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Cuba resta un paese terrorista per gli Stati Uniti

Cuba resta un paese terrorista per gli Stati Uniti 

 

Gli Stati Uniti, nonostante le ripetute richieste da parte di milioni di persone nel mondo, non hanno alcuna intenzione di rimuovere Cuba dalla loro arbitraria lista dei paesi patrocinatori del terrorismo.

Per bocca della portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Kristina Rosales, l’amministrazione di Joe Biden ha ribadito con forza che non ha alcuna intenzione di rimuovere Cuba dalla loro lista arbitraria  dei paesi che patrocinano il terrorismo. La funzionaria statunitense ha affermato enfaticamente che “Cuba è ancora nella lista, non c’è nessun cambiamento, non c’è nessun annuncio o nessuna novità”, e ha sottolineato che qualsiasi decisione in merito sarebbe stata riferita solo dagli Stati Uniti, e non attraverso un paese terzo.

Nonostante la crescente richiesta della comunità internazionale, affinché il governo degli Stati Uniti rimuova Cuba dalla lista, la portavoce del Dipartimento di Stato statunitense, Kristina Rosales, ha annunciato la decisione della Casa Bianca di perseverare nell’iniquità e nella menzogna. La portavoce ha risposto alla richiesta, all’ONU, del presidente colombiano Gustavo Petro, che ha chiesto di rimuovere Cuba dalla lista.

Ha ragione la funzionaria yankee, solo il suo governo è responsabile di tale arbitrarietà, e solo il suo governo risponderà all’inevitabile giudizio della storia.

Questa è la risposta è rivolta alle centinaia di paesi, alle milioni di persone nel mondo, e alla loro stessa nazione, che considerano indiscutibile l’impegno di Cuba nella lotta contro il terrorismo. E’ una fallacia l’uso di questa lista come strumento di pressione per punire la dignità di un paese.

Non è fortuito che, settimane prima, hanno usato uno dei principali portavoce dell’estrema destra cubano-americana, Orlando Gutiérrez Boronat, per promuovere una campagna volta a cercare di coinvolgere Cuba nel presunto invio di mercenari in guerra in Ucraina.

Il film, degno dei peggiori film prodotti negli studi di Hollywood, con attori di quarta, quinta categoria, con sceneggiatura e budget milionari, nonostante il suo clamoroso fallimento al botteghino, ha cercato di imporre la retorica che presenta la Maggiore delle Antille come un paese terrorista, o che sostiene questo flagello.

Non è nemmeno un caso che, prima dell’annuncio della portavoce del Dipartimento di Stato, diversi media hanno iniziato a rendere pubblica la matrice di opinione che Cuba, dopo la sua “presenza nella guerra”, era rimasta con “pochi amici” negli Stati Uniti che sostenevano la loro esclusione dalla lista.

Tuttavia, qualunque cosa dica la Casa Bianca, la verità nuda vale più di tutte le bugie, per quanto ben vestite, la verità sta dalla parte dell’isola solidale, dignitosa e ribelle. (Razones de Cuba)

In risposta alla decisione statunitense di mantenere l’isola nella lista dei paesi sponsor del terrorismo e per manifestare il loro sostegno all’isola ieri, per le strade di New York, centinaia di cubani residenti negli Stati Uniti hanno manifestato la loro vicinanza al  Governo di L’Avana chiedendo l’esclusione d Cuba da questa infame lista dimostrando che non tutti i cubano americani sostengono la linea dura dell’amministrazione Biden,

Ai manifestanti  ha dato il suo saluto il presidente cubano Miguel Diaz Canel che si trova a New York per partecipare alla 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed ha espresso la gratitudine dei suoi cittadini per l’appoggio alla causa cubana.

Miguel Diaz Canel ha inoltre ringraziato i numerosi presidenti presenti all’Assemblea dell’ONU che hanno chiesto agli Stati Uniti di rimuovere il blocco economico, commerciale e finanziario e di togliere l’isola dalla lista, richiesta questa che però, come si è visto, è caduta nel vuoto.

“A nome del nostro popolo e del nostro governo, ringrazio i leader mondiali che hanno espresso il sostegno alla nostra battaglia contro il blocco e alla richiesta che il governo degli Stati Uniti rimuova Cuba dalla famigerata lista dei presunti sponsor del terrorismo”, ha scritto il presidente su X.

Nel quadro dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i presidenti della Namibia Hage Geingob, del Suriname Chandrikapersad Santokhi, della Guyana Mohamed Irfaan Ali, dell’Angola Joa Manuel Goncalves, dell’Honduras Xiomara Castro,, del Cile Gabriel Boric, dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa, di Timor-Est José Ramos-Horta, di Dominica Charles Angelo Savarin; Nauru, Russ Kun e della Guinea-Bissau Úmaro Sissoko  hanno chiesto che il blocco a Cuba venga revocato. 

Hanno inoltre espresso la loro solidarietà a Cuba il vicepresidente della Cina Han Zheng, il primo ministro di Trinidad e Tobago Keith Rowley e il ministro degli Esteri del Ciad Mahamat Saleh Annadif oltre alla delegazione della Federazione Russa.

 

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