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Riprendiamo le lotte per il diritto alla casa.

I media colpiti dalle tende degli studenti: nelle grandi città, un posto letto vale oro. Una situazione che nega il diritto allo studio. Se una famiglia non può permettersi di sostenere quel costo di un posto letto, figurarsi il proprio affitto. Le famiglie in graduatoria comunale per un alloggio aumentano, il diritto alla casa continua a essere negato, da decenni. La speculazione immobiliare e finanziaria ha spostato quote crescenti di alloggi dalla funzione sociale a quella speculativa: più sfratti per finita locazione e per morosità incolpevole. Oggi il governo Meloni cancella anche i provvedimenti tampone che avevano in parte mitigato la situazione. La cancellazione del reddito di cittadinanza e l’aumento delle bollette impongono spesso di scegliere se pagare uno, l’altro, o il sostentamento. In molte città lavorano i nostri sportelli casa, spesso in collaborazione con Unione Inquilini come a Salerno e Viareggio aperti proprio in questi ultimi mesi. Aiutare a compilare i bandi, presidiare lo sfratto, ottenerne il rinvio, obbligare le amministrazioni comunali ad intervenire è la loro pratica. Ma soprattutto accendere un faro sul dramma, precondizione spesso a qualunque intervento. La mancanza di un alloggio alternativo per la famiglia che ha i requisiti per un alloggio popolare è infatti una grave violazione di un diritto fondamentale. Questo il senso dei ricorsi all’ONU che, se accolti, sospendono l’esecuzione. Con relativo faro mediatico e obbligo del Comune a intervenire. L’altra priorità è organizzare la protesta. Esperienze molto partecipate sono state realizzate a Bergamo e nel Veneto. Significativa quella di un caseggiato popolare “no sfratti – no distacchi”, lì dove – nell’inquilinato – si concentra la metà delle famiglie povere. Rompere quindi il silenzio, organizzare la protesta, indurre Comuni e Regioni a intervenire anche con strumenti propri. Ci attende un autunno difficile, e bisogna prepararsi all’appuntamento del 10 ottobre “Sfratti zero”.

A cura di Monica Sgherri,
Responsabile nazionale case Prc-Se

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