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Meloni travolta dalle sue bugie. Dall’Ucraina alle buste paga

Nel premier time al Senato Meloni si contraddice su tutto. A chi le rinfaccia il carovita replica con lo spread in calo.

Comunicazioni al Senato del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio Europeo, Roma 25 Ottobre 2023. Italian Pr​i​me Minister Giorgia Meloni atte​nd the communications to​ the​​ Italian Senate Chamber in vi​​ew ​of the next European Counc​i​l on October 25, 2023 in Rome, Italy.

Nel premier time al Senato Meloni si contraddice su tutto. A chi le rinfaccia il carovita replica con lo spread in calo.

Tutto e il contrario di tutto. Nel lungo premier time al Senato, Giorgia Meloni, incalzata dai parlamentari di maggioranza e opposizione su diverse questioni, che spaziavano dalle misure per la crescita alle scelte di politica internazionale, ha messo a nudo tutte le contraddizioni del suo governo. La prima interrogazione è sulla natalità e l’occupazione femminile. Da ottobre 2022 ad oggi, ha argomentato la premier, si è registrata una serie di record occupazionali: record del tasso di occupazione, record di occupati, record di occupazione femminile in termini assoluti. “Per quanto attiene in particolare al tema del lavoro femminile, credo che questi risultati siano anche il frutto di misure che hanno avuto l’obiettivo di incentivare l’occupazione, soprattutto favorendo tempi di vita e tempi di lavoro, cioè non costringere le donne a dover scegliere, perché quello non vuol dire avere libertà”, sono state le sue parole. Prima bugia.

NEL PREMIER TIME AL SENATO MELONI SI CONTRADDICE SU TUTTO. A CHI LE RINFACCIA IL CAROVITA REPLICA CON LO SPREAD IN CALO

Un report dell’Istat del 13 settembre ci dice che il livello di occupazione femminile in Italia è inferiore a quello di tutti gli altri paesi dell’Unione europea: nel 2022 il tasso di occupazione è di 13,8 punti inferiore a quello medio europeo, distanza che è anche aumentata rispetto al periodo pre-pandemia (nel 2019 si attestava a 12,7 punti). La cura Meloni per contrastare l’inverno demografico è stato un autentico flop. Lo scorso anno sono venuti alla luce poco più di 393mila bambini, con una riduzione dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Il trend sembra confermato anche per l’anno in corso: nel primo semestre del 2023 si è registrata un’ulteriore flessione dell’1,9% del numero dei nuovi nati, pari a 3.500 nascite in meno. E nulla fa il governo per sopperire alla carenza degli asili nido. Anche qui, secondo i dati Istat, l’Italia soffre di una carenza di strutture per l’infanzia. Meno del 30 per cento sono i bambini che frequentano i nidi in Italia.

La produzione industriale è crollata negli ultimi mesi, la fiducia delle imprese e delle famiglie è ai minimi storici, i salari sono al palo, la crescita asfittica ci relega tra gli ultimi posti in Europa, ma la premier nega tutto. A fare emergere le contraddizioni, a sorpresa, èMatteo Renzi. “Lei è qui al Governo da più di un anno. Nell’ottobre del 2022 la benzina costava 1,6 euro al litro e oggi costa 1,9 euro. I trasporti sono aumentati del 7 per cento e il latte del 9,8 per cento. Potrei parlare inoltre della pasta, da 2,3 a 3,2 euro al chilo, e del pane da 4,2 a 5,5 euro al chilo. Evidentemente potrei continuare, ma il punto centrale è che questo disegno paradisiaco che ella ha espresso non corrisponde alla realtà del Paese. Oggi non c’è un solo argomento sul quale ella stia dimostrando coerenza. Aveva detto che avrebbe bloccato l’immigrazione e che avrebbe chiuso i porti: gli sbarchi sono raddoppiati e l’unico blocco è quello del rientro della fuga dei cervelli. Aveva detto in un meraviglioso spot, del quale voglio darle atto (straordinaria attrice), che le accise sulla benzina erano uno scandalo e lei ha aumentato, rispetto al Governo Draghi, le accise sulle benzina”.

Meloni la butta in caciara chiedendo a Renzi di intercedere per lei con bin Salman contro il caro benzina e mette in evidenza come in questi mesi sia cresciuta la fiducia, per esempio, degli investitori e dei mercati nell’economia italiana. Neanche una parola sul crollo della fiducia di imprese e famiglie. “La Commissione europea prevede per l’Italia nel 2023 una crescita superiore alla media europea dello 0,7 per cento. Erano anni e anni che l’Italia non cresceva più della media europea”, ha detto la leader di FdI. Che omette di ricordare che mentre per il 2024 Bruxelles prevede per l’Eurozona una crescita dell’1,2% per noi la previsione è di un magrissimo 0,9%. “Io le ho parlato di riso, zucchine, pane e pasta e lei si è messa a parlare dello spread”, ha replicato Renzi. Altro argomento, altre bugie.

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“Dopo un’attesa durata decenni” la delega “consentirà finalmente di riformare profondamente il fisco italiano rendendolo più giusto, efficiente, capace di fare la sua parte nel ricostruire il rapporto tra stato e italiani che non consideriamo sudditi ma cittadini”, ha dichiarato la premier. Peccato che Palazzo Berlaymont ha rilevato come il cuneo fiscale e la revisione degli scaglioni Irpef “sono piuttosto limitati e non affrontano l’erosione della base imponibile”. “I frequenti cambiamenti nella politica fiscale aumentano – avverte anche l’Ue – l’incertezza nell’economia, rendendo il sistema fiscale più complesso e aumentando l’onere sulle imprese e sulle famiglie adempienti”. Ancora la premier: “Confermiamo con la legge di bilancio 2024 la riduzione dei contributi, una misura che vale circa 100 euro in più al mese in busta paga”. Bugia: non ci sono 100 euro un più perché si tratta della sola “conferma” di una misura già in vigore per il 2023. Sulle pensioni Meloni difende le misure introdotte in Manovra che garantirebbero equità nei regimi pensionistici ma poi ammette che la norma sull’articolo 33 della manovra, che coinvolge i medici, verrà rivista.

E poi la politica internazionale. Incalzata dai Cinque stelle sulla telefonata con i comici russi, la premier ha lasciato emergere tutte le contraddizioni sulla linea tenuta sul conflitto in Ucraina. Meloni ha continuato a sostenere che ciò che ha detto in quella telefonata – bisogna trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti – è coerente con il dire che scommettiamo sulla vittoria dell’Ucraina. “Queste due cose sono in totale contraddizione”, ha dichiarato il pentastellato Stefano Patuanelli, secondo cui c’è una discrasia tra il sostenere che una via d’uscita accettabile per ambo le parti è l’unica strada e ritenere, invece, che la Russia deve ritirarsi e che questo sarà l’unico modo per far finire la guerra. “La domanda che sorge spontanea è, dunque, qual è la Meloni vera, quella al telefono o quella in presenza? Lei pensa le cose che ha detto quel giorno al telefono o conferma invece la linea che ha mantenuto sempre nei consessi istituzionali?”, chiede l’ex ministro. Ma Meloni, ancora una volta, nega e si nega. 

24/11/2023

da La Notizia

Raffaella Malito

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