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In Toscana la guardia medica notturna viene soppressa da Giani: chiediamo il ritiro dell’ordinanza e il ripristino del servizio notturno. E si facciano le assunzioni che già da prima della pandemia dovevano essere fatte, dopo anni di tagli.

Un’ordinanza quella del governatore Giani sulle guardie mediche che cerca, anche maldestramente, di coprire l’inadeguata programmazione e la cattiva gestione che in questi ultimi mesi, ma è roba antica, sono la cifra della conduzione della drammatica situazione in cui ci troviamo, con una recrudescenza molto maggiore in questo secondo picco pandemico.

Cosa prevede l’ordinanza: che l’attività di guardia medica sia sospesa nelle ore notturne, sostituita nelle stesse ore da un servizio telefonico e che la stessa sia dirottata in una serie di attività diurne di sorveglianza sanitaria e ambulatoriale.

Insomma, si cerca la pezza ma il buco è oramai troppo largo per essere coperto. Una pezza che, ovviamente, non solo non copre il mancato potenziamento del servizio sanitario regionale e soprattutto, il mancato reclutamento del personale sanitario e delle figure necessarie come il pane per test, tracciamenti, sorveglianza sanitaria, ma mette a serio rischio l’attività di continuità assistenziale con il “taglio” di un presidio territoriale importante, in orario notturno e festivo, per le persone con patologie no Covid che, a questo punto, obbligatoriamente saranno costretti a rivolgersi ai pronto soccorso degli ospedali, già in condizione critica.

Naturalmente, la misura oltre al sollevamento delle organizzazioni di rappresentanza dei professionisti interessati -in quanto l’ordinanza prospetta una violazione della normativa sulla continuità assistenziale- sta destando grosse preoccupazioni nei cittadini toscani e molte sono le iniziative, anche a livello locale, soprattutto in quelle realtà più periferiche dove l’attività di guardia medica mantiene una funzione non solo utile ma significativa; ripetiamo soprattutto in questo periodo di grande emergenza.

Pensiamo che in Regione Toscana si dovrebbe occupare il tempo, tra l’altro prezioso, per colmare i colpevoli ritardi sinora accumulati e mettere mano in primis ad un urgente piano di assunzione di personale stabile che come si è visto è un pezzo grossissimo del problema, e chiediamo la revoca dell’ordinanza.

Sulla questione del servizio di continuità assistenziale abbiamo una nostra proposta che passa attraverso una sua riqualificazione e non certo con il suo smantellamento, altra cosa temuta dai medici (non è un segreto per nessuno che questa figura è già stata sotto attacco in tempi ordinari).

Intanto però siamo in guerra, e come prima cosa questo presidio va assolutamente salvaguardato se non si vuole che un altro pezzo di assistenza territoriale vada perso e, anche noi temiamo non solo a causa dell’emergenza, per poi tirare fuori dal famoso cappello qualche altra ideuzza di privatizzazione. Stiamo presentando atti in questa direzione in tutti i consigli comunali ove presenti. Siamo quasi gli unici che con coerenza abbiamo sempre sostenuto e combattuto per la sanità pubblica in questi anni, continueremo a farlo nonostante si perseveri drammaticamente nell’errore.

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