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Lo screening diventa un affare per i laboratori privati

Rossi confeziona il pacco regalo

Altro che Toscana fiore all’occhiello nella lotta al coronavirus; la mega convenzione con i privati per l’effettuazione degli screening sierologici “di massa” stipulata il Presidente Rossi rappresenta il più grande regalo al privato da quando fu istituita la Regione: diversi milioni di euro che completano la sua opera, a pochi mesi dalla scadenza del mandato. Dopo aver destrutturato il sistema sanitario pubblico in questi anni con le sue “controriforme”, oggi il Presidente Rossi appalta al privato buona parte dell’operazione screening. Risultato: i laboratori privati guadagnano milioni di euro e il nostro presidente passa pure da salvatore della patria.

Certo una coerenza c’è, dobbiamo ammetterlo: allo scoppio del caso laboratori privati di Prato, che facevano i test dietro lauto pagamento, Rossi aveva tuonato forte chiedendo che nulla si facesse fuori convenzione. Oggi convenziona oltre 60 laboratori privati e quindi compie una “sanatoria” con tanto di norma regionale del caso pratese, estendendolo a tutta la Toscana. Un capolavoro.

Conosciamo l’obiezione: l’importante è fare i test e i tamponi. Siamo d’accordo, e Rifondazione Comunista da quasi un mese sostiene la necessità di effettuare centinaia di migliaia di test per conoscere la vera entità del contagio, tra asintomatici e contagiati lievi che non hanno fatto il tampone. Ma Rossi l’ha fatto nel peggiore dei modi: invece del convenzionamento Rossi avrebbe dovuto procedere con le requisizioni dei laboratori, quindi senza regalie e sfruttando una norma che lo stesso decreto governativo permette. Con un lauto risparmio per le casse pubbliche e ristabilendo un principio sacro: non si fa profitto sulla sofferenza delle persone.

Ma non sarebbe stato più Rossi, non sarebbe più stata la sua maggioranza: il privato prima di tutto, e in una situazione di emergenza come questa la sua “valorizzazione” non la si può far scappare. Così, oltre tutto, il nostro prova a far dimenticare i pesantissimi ritardi su tutta la linea che la Regione ha dimostrato sul contrasto al virus – si pensi ad RSA – dove la situazione ci risulta ancora fuori controllo, residenze per anziani, monitoraggi, strumentazioni -.

Ma non è finita qui. Apprendiamo che anche per gli sbandierati “alberghi sanitari” che con pesante ritardo ha annunciato urbi et orbi la settimana scorsa saranno usate non le requisizioni, ma anche qui le convenzioni: casi di convenzione dove il pubblico pagherà oltre 30 euro a persona e dovrà inoltre fornire colazione, pranzo e cena agli ospiti, oltre alla la biancheria. Insomma un’altra gallina dalle uova d’oro.

Ma ci scusiamo del nostro stesso stupore: da chi per 20 anni si è preoccupato di ridurre gli ospedali e il personale sanitario, chi ha introdotto il ticket per la diagnostica, chi ha creato le mega AUSL, chi ha fatto in modo che le persone fossero costrette al privato per diagnostica e specialistica (cosi da depotenziare il pubblico definitivamente rendendo sempre più difficile invertire la tendenza) non ci si poteva aspettare niente altro. Anche nel caso dello screening di massa si dimostra che quella cultura politica subalterna a questa concezione debba farsi da parte, perché persevera nell’errore e non ci protegge per l’oggi e, soprattutto, per il domani. Da chi ci governa oggi non ci si può aspettare una svolta radicale per il futuro. Noi ribadiamo l’urgenza di procedere con le requisizioni in questo comparto, si può fare e si deve fare.

Segreteria regionale toscana – Partito della Rifondazione Comunista

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