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Israele: un piano per spostare tutti gli abitanti di Gaza

Israele: un piano per spostare tutti gli abitanti di Gaza 

 

E se l’obiettivo israeliano a Gaza fosse quello di spostare permanentemente i palestinesi in un altro luogo per poi appropriarsi della striscia di Gaza? Il solito complotto o dietro forse c’è molto di più?

Secondo quanto pubblicato martedì da AP il ministero dell’intelligence israeliano ha elaborato un piano per il trasferimento dei 2,3 milioni di residenti della Striscia di Gaza nella penisola del Sinai in Egitto. Un documento che pianifica come spostare l’intera popolazione della striscia di Gaza in Egitto e mettere così la parola fine alla possibilità, anche se remota, di uno stato palestinese indipendente.

Nel documento, datato 13 ottobre,  vengono prese in esame tre ipotesi per spostare la popolazione dalla striscia di Gaza ma la più accreditata è quella che prevederebbe di spostare i residenti civili di Gaza in tendopoli  situate nel nord della penisola per poi costruire città permanenti nella regione e stabilire un corridoio umanitario. Nel frattempo, in territorio israeliano verrebbe creata una zona di sicurezza che blocchi l’ingresso ai palestinesi. Non sono dettagliati i passi che dovrebbero essere fatti dopo il trasferimento delle persone che vivono nel territorio di Gaza. Questa ipotesi, secondo gli autori del documento, è quella che garantirebbe la maggiore sicurezza per lo stato di Israele. .

Inoltre, il documento menziona la possibilità che la Turchia, il Qatar, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti accolgano una parte del popolo di Gaza come rifugiati o come residenti a lungo termine, o che sostengano finanziariamente il piano.

“Secondo la nostra valutazione, i combattimenti dopo che la popolazione è stata evacuata porterebbero a meno vittime civili di quanto ci si potrebbe aspettare se la popolazione rimanesse”, si legge nel testo.

Il documento esclude la possibilità che venga stabilita un’autorità palestinese nella Striscia di Gaza o che venga sostenuto il governo locale. 

Commentando il piano l’ufficio di Netanyahu ha sottolineato che “la questione del ‘giorno dopo’ non è stata discussa in nessun forum ufficiale in Israele e che in questo momento ci stiamo  concentrando sulla distruzione delle capacità di governo e militari di Hamas”.

Da parte sua, Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmud Abbas, ha sottolineato che siamo “contro il trasferimento in qualsiasi luogo in qualsiasi forma”. “Lo consideriamo una linea rossa che non permetteremo di attraversare”, ha detto, aggiungendo che non permettermo di ripetere ciò che è successo nel 1948, in riferimento all’esodo di massa di migliaia di palestinesi.

Il documento pubblicato da AP pone però anche un altro interrogativo: vari rapporti dei servizi segreti israeliani mettevano in guardia il governo da un possibile attacco ma non sono stati ascoltati, perché? Forse l’obiettivo di Netanyahu era quello di far sì che Hamas attaccasse per poi procedere al trasferimento forzato del popolo palestinese dalla striscia di Gaza sicuro che a livello internazionale tutti avrebbero chiuso gli occhi, come del resto stanno facendo. 

Ma il governo di Israele non ha fatto i conti con l’Egitto, infatti il presidente egiziano non ha alcuna intenzione  di ricevere tutti i palestinesi cacciati dalla loro terra sul territorio del suo paese. Da Tel Aviv sperano quindi che gli Stati Uniti gli diano una mano facendo pressioni sul Cairo per fargli accettare tutti i profughi.

Un piano al limite della fantascienza ma che potrebbe, visto come stanno andando le cose nella striscia di Gaza, portare alla definitiva cacciata del popolo palestinese dalle loro terre e, se ciò accadesse, i paesi occidentali, come detto, non batterebbero ciglio perché il piano avrebbe certamente l’approvazione della Casa Bianca.

 

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