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Governo centro destra: forte con i deboli, debole con i forti.

Monica Sgherri*

Una famigerata proposta di legge sta per essere discussa e votata in commissione Giustizia della CameraE’ la n.566, prima firmataria l’onorevole Bisa della Lega.

Obiettivo della legge è reprimere le occupazioni di case criminalizzando gli occupanti senza fare alcuna differenza tra chi occupa una prima casa (quando gli strumenti per liberarla renderla disponibile immediatamente per altro già esistono…) e chi occupa appartamenti vuoti -anche alloggi popolari colpevolmente inoccupati da anni-, e immobili (sia pubblici che privati), in disuso per rispondere al bisogno primario di un tetto sulla testa per la propria famiglia.

Una proposta di legge che se passasse darebbe il via libera all’esecuzione generalizzata, con la forza pubbica, dello sfratto di case occupate, anche da anni, da famiglie che non hanno potuto trovare soluzioni sul mercato privato, o nell’edilizia popolare. Ed è evidente che questa proposta di legge trova il suo pseudo fondamento mediatico sun una campagna di disinformazione e denuncia, anche televisiva,  dei “furbetti” che occupano togliendo la casa a chi ne avrebbe bisogno più di loro, una campagna che ha alimentato la  guerra del povero contro il povero, nascondendo il punto principale: l’assoluta insufficienza di alloggi popolari per una fascia di popolazione crescente che non accede agli alloggi a prezzi di mercato.

Urlando di colpire i furbetti finiranno in mezzo alla strada centinaia di  famiglie che davanti alla sordità delle amministrazioni comunali, per disperazione e per dare un tetto ai propri figli, hanno occupato immobili vuoti e abbandonati da anni. che oggi potrebbero essere funzionali a manovre speculative.

Una proposta di legge che presenta gravi elementi di anticostituzionalità:  quando  esautora il potere giudiziario dall’accertamento e sgombero, demandando tali poteri  a chi esegue lo sgombero!

Il governo Meloni ha cancellato  il fondo per il contributo all’affitto, utile per sanare calmierare “la morosità incolpevole”, senza che neanche un alloggio in più sia stato messo a disposizione per fronteggiare la domanda crescente di alloggi  popolari delle famiglie parcheggiate nelle graduatorie comunali, e questa ondata di sfratti già in corso. Che si impennerà drammaticamente se questa legge passasse.

Quanto accade ci conferma una trasformazione pesante della nostra società, dove la crescita delle diseguaglianze si concretizza anche sul diritto all’abitare, negato a centinaia di migliaia di famiglie, o concesso però subordinando la scelta del dove alla propria capacità di spesa, per cui redditi medio o medio bassi saranno sempre più obbligati a ricollocarsi nelle periferie lontane e prive di servizi.

Grandi città e città d’arte, capoluoghi di Regione ma anche di provincia, sono oggi ormai realtà ad alta tensione abitativa, ossia dove si è consumata la trasformazione della funzione dell’edilizia, che perde la sua vocazione originaria, sociale perché votata a dare un tetto a una famiglia di lavoratori, bensì destinata a speculazioni finanziarie ed immobiliari.

Come fa quel lavoratore “povero” a trovarsi un appartamento in affitto in una grande città?!

La protesta degli studenti che denunciano la negazione del diritto allo studio proprio per l’impossibilità di trovare un posto letto  a prezzi sostenibili nella  città dove ha sede l’università, la calata di grandi società  finanziarie per esempio per acquistare interi immobili prestigiosi (Firenze è sconcertante per il numero di trasformazioni) o grandi contenitori vedi students hotel, (alloggi di lusso l’inverno, turismo tout court l’estate), la sottrazione di alloggi sul mercato degli affitti trasformati i B&B, ci parlano di una trasformazione profonda del ruolo di quello che noi definivamo edilizia residenziale, ma che oggi non è più destinata all’abitare.

Bloccare l’approvazione del progetto di legge BIsa ha anche il valore strategico di arrestare questa ondata devastante che ci depauperà di tutti i luoghi “belli” serviti,  comprati dalla finanza e dalla speculazione immobiliare, per evitare di confinarci ai margini estremi della città strutturata.

Bloccare il cambio di destinazione e al contrario incentivare la riconversione ad uso abitativo degli immobili pubblici e privati compatibili alla residenza significa rispondere al bisogno casa che da decenni cresce senza trovare soluzione, e l’occupazione di appartamenti diventa in molti casi l’unica risposta possibile, senza consumo di suolo. E oggi, proprio per la crisi climatica e l’innalzamento delle temperature, strategico diventa non consumare ulteriore suolo e sviluppare un radicale intervento di forestazione urbana per combattere le temperature insostenibili alle quali le nostre città sono condannate.

Pur essendo drammatico il numero di famiglie in lista nelle graduatorie comunali, al quale si aggiungeranno le famiglie sfrattate, il bisogno casa sarebbe ancora oggi risolvibile con un piano casa straordinario basato sull’immediata messa a disposizione degli alloggi ERP vuoti da anni in attesa di manutenzione (colpevolmente non fatta) e con il recupero ad uso residenziale degli immobili vuoti. Ma non è questo il contesto che viviamo, ad oggi le famiglie sono sole davanti all’ufficiale giudiziario e il Comune non offre nessuna soluzione.

Non possiamo farci illusioni, per decenni governi di centro destra e di centro sinistra sul settore dell’edilizia residenziale non hanno fatto nulla. Sta nella capacità di ricostruire conflitto il potere imporre interventi sul settore casa. Ma prima, oggi, il percolo è quello di una deriva devastante che si concretizzerebbe con l’approvazione de progetto di legge Bisa

Da qui l’invito  a tutti noi, agli sportelli casa e a quelli sociali,  che lavorano sui territori,  di sottoscrivere l’appello che puoi scaricare su fb Unione inquilini notizie e mandare l’adesione a unioneinquilini@libero.it – ufficiostampa@unioneinqilini.it

*Responsabile casa – diritto all’abitare, Rifondazione Comunista

Fonte: rifondazione.it

APPELLO PER LO STOP ALLA PDL BISA.

La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sta per accingersi a votare una proposta di legge, la n. 566 prima firmataria l’on. Bisa della Lega, che criminalizza il diritto alla casa,calpestando i diritti umani e la Costituzione del nostro Paese.

Per questo lanciamo un fortissimo appello alle organizzazioni sociali, del volontariato, a tutta la società civile, alle autorità locali e alle forze politiche progressiste, per intervenire subito per evitare che venga scatenata da questo Governo l’ennesima caccia al povero.

Questa proposta di legge, avente oggetto nominale Norme per reprimere le occupazioni di “domicilio altrui”, attraverso gli emendamenti di relatore e maggioranza vuole colpire invece proprio “l’occupazione o detenzione illegittima di alloggio di proprietà altrui”.

Si pongono così sullo stesso piano i pochi casi di occupazione della prima casa, che non hanno bisogno di nuove fattispecie di reato per essere affrontati e risolti immediatamente, alle occupazioni per necessità di case popolari, colpevolmente non assegnate, alle occupazioni di immobili in disuso pubblici e privati, persino agli sfrattati con sentenza esecutiva.

Questo testo estende e generalizza, invece che cancellare, l’articolo 5 della Legge Lupi, in quanto impone, su semplice deposito di denuncia e parere favorevole del Procuratore della Repubblica, il distacco delle utenze, una gravissima violazione dei diritti umani in quanto interviene, addirittura senza una sentenza, per impedire alle famiglie, anche con minori e malati, di poter accedere ai servizi essenziali per la sopravvivenza.

Questo testo è per molti altri versi incostituzionale, ad esempio il demandare alle forze di polizia il potere di accertamento e sgombero, che, invece, è materia di esclusiva pertinenza del potere giudiziario.

Questo testo è frutto di una narrazione tossica, concimata da anni di martellante propaganda, che trasforma il precario della casa in “furbetto”. Una narrazione che cerca di capovolgere il criterio di legalità, deresponsabilizzando le istituzioni che devono, a termini di legge, garantire il diritto alla casa e il passaggio di casa in casa per tutte le persone che vivono la difficoltà di provvedere a garantirsi un tetto adeguato.

Questo Governo sta cercando di boicottare il diritto all’abitare, rendendolo un problema di ordine pubblico per cercare di nascondere le proprie insolvenze.

Un Governo che ha azzerato il fondo sociale affitti e quello per la morosità incolpevole, aggiungendo benzina all’incendio degli sfratti che già divampa.

Un Governo che non ha previsto alcun finanziamento per l’edilizia residenziale pubblica, anziché rispondere alle 650 mila famiglie in lista di attesa di una casa a canone sociale, con un diritto certificato dai comuni, ma che rimangono senza risposta.

Ci sono circa 50 mila alloggi ERP vuoti e non assegnati, lasciati deperire. Chi risponde di questa illegalità e dello sperpero del danaro pubblico che il degrado comporta?

Vengono emesse ogni anno tra 40 e 50 mila sentenze di sfratto, di cui il 90% per morosità. Chi risponde dell’illegalità delle violazioni dei diritti umani ratificati dall’Italia, del diritto alla casa, alla salute, dell’“omissione di soccorso”, quando famiglie con redditi che darebbero diritto a un alloggio ERP, minori, malati terminali, vengono quotidianamente sfrattati, senza l’intervento pubblico, obbligatorio per legge, necessario a garantire il passaggio da casa a casa?

Se questa proposta di legge dovesse essere, approvata e applicata, immediatamente, nel nostro Paese, occorrerebbe trovare posto nelle carceri per almeno 50 mila nuclei familiari, almeno 200.000 persone, inclusi i minori. Tutti, secondo il centrodestra, da trattare come delinquenti incalliti, da incarcerare con pena da due anni a sette anni.

Per tutte queste ragioni chiederemo l’intervento dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e alle Istituzioni del nostro Paese, garanti della Costituzione e della tenuta della coesione sociale.

Intanto, solleviamo il sipario.

Non permettiamo che il Governo, sotto silenzio e senza i riflettori di un dibattito che coinvolga la società civile e tutti i soggetti impegnati a risolvere la crisi abitativa strutturale dell’Italia, faccia passare norme ferocemente persecutorie nei confronti dei più poveri con aspetti fortemente illiberali, oltre che illegali, tali, perché violano i diritti umani stabiliti da trattati e convenzioni internazionali, firmati dal nostro Paese e ratificati dalle leggi votate dal Parlamento.

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